I lavori per la realizzazione dell’Ambasciata italiana iniziarono nel 1938, quando venne scelto il progetto dell’architetto Paolo Caccia Dominioni, e si conclusero nel 1940 dopo due anni di lavori. Ne risultò un complesso di edifici in stile “funzionalista” dove attorno all’edificio principale, residenza dell’Ambasciatore, si articolano gli uffici dell’Ambasciata e della Cancelleria consolare. I due anni di lavori per la realizzazione dell’Ambasciata sono descritti nei diari dell’architetto, di cui si riportano in calce alcuni stralci.
“Abbiamo finito oggi, 2 agosto. Il cantiere di Ankara è durato ventinove mesi, di cui solo diciannove d’effettiva operosità. Ma se computiamo tutto quanto (…), i mesi diventano trecentocinquantaquattro, e non ci facciamo bella figura. Ma faremo bella figura qui. Il complesso architettonico, dicono, è gradevole a vedersi per l’assoluta mancanza di pretesa ed una innegabile signorilità delle linee. Il villaggio ridente del 1938 si è esteso e si è raccolto attorno alla massa dominatrice del palazzo principale. Si intona bene al paesaggio che un tempo era troppo severo, ma che oggi dopo uno sforzo che bisogna riconoscere ed ammirare, si va facendo boscoso e fiorito, sotto un cielo che ha colori ed iridescenze indimenticabili. Vivono, nei dieci fabbricati che costituiscono il piccolo villaggio, oltre settanta italiani. Questo cantiere sarà come un gioiello nella nostra lunga esistenza di lavoro.”
Vittorio Graziano (1994), Ambasciate d’Italia in Turchia, Catania: Mediterraneum.