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Missione archeologica italiana nel sito di Hierapolis

Nel sito di Hierapolis di Frigia è in corso la campagna di scavo e restauro della Missione Archeologica, autorizzata dalla Direzione Generale del Ministero Cultura e Turismo e diretta dalla prof.ssa Grazia Semeraro (Università del Salento, Lecce, Italia). La Missione è accreditata presso il Ministero degli Affari Esteri e opera in collaborazione con l’Ambasciata Italiana in Turchia. I lavori si svolgono in collaborazione con il Museo di Denizli e con l’Università di Pamukkale (Denizli). Alla Missione partecipano numerose Università Italiane: Politecnico di Torino, Università di Firenze, Padova, Pisa, Roma ‘Sapienza’, Messina e Lecce (Università del Salento); hanno, inoltre, operato Birgül Camoğlu Günaydın, come rappresentante del Governo turco, e İnci Türkoğlu (Università di Pamukkale) come vice-direttrice.

I lavori sono iniziati a Giugno con il restauro del famoso Ploutonion, il santuario del dio Hades, dove gli antichi pensavano che si trovasse la porta dell’Inferno. Sotto la guida del prof. Francesco D’Andria e con il supporto finanziario di Tofaş e Koç Vakfı, è stato completato il percorso di visita. Una prima presentazione alla stampa si è tenuta il 19 Settembre, con la partecipazione del CEO di Tofaş, Cengiz Eroldu. E’ stata realizzata la ricostruzione del theatron (la gradinata dove sedevano gli spettatori che assistevano alle cerimonie davanti alla grotta sacra ad Hades-Plutone), sono state rimontate alcune colonne del portico che circondava tutto il santuario ed è stata ricostruita la base del sacello dove era collocata statua colossale del dio. Una copia di marmo di questa statua è stata realizzata ad Afyon sulla base di un restauro digitale e collocata sulla base del sacello. Insieme al cane a tre teste Cerbero essa domina il paesaggio e rappresenta un’attrazione per i turisti. Il cantiere di restauro è stato coordinato da Kadir Özel.

I lavori di scavo sono iniziati a Settembre e hanno interessato numerose aree del sito: il Santuario di Apollo, il Ninfeo del tempio (una monumentale fontana costruita in età severiana all’interno del Santuario di Apollo), le Case vicino al teatro, la necropoli. Sono continuate anche le ricerche epigrafiche, gli studi sui materiali (ceramica, scultura di marmo, sarcofagi) e l’attività di rilievo sistematico dei monumenti della città attraverso tecnologie innovative (Laser scanner, ricostruzioni tridimensionali). Un importante tema di ricerca è anche l’analisi del comportamento sismico degli edifici, molto utile per progettare gli interventi di restauro.

Si è inoltre aperto un nuovo capitolo della storia della città di Hierapolis. Un nuovo scavo è stato avviato nell’area della necropoli frigia, scoperta nel 2016 dagli archeologi del Museo di Denizli, diretto da Hasan Hüseyin Baysal. Nel corso di un intervento di emergenza vicino all’ingresso Nord furono rinvenute (a cura di Meral Tarhan, Elva Altıntaş e Birgül Camoğlu Günaydın) alcune strutture databili all’VIII- VII sec. a.C. Dato il grande interesse di questi rinvenimenti per la storia della città, l’indagine è stata ripresa quest’ anno, in collaborazione con il Museo di Denizli, e sta dando importanti risultati. Prima di questa scoperta nulla si sapeva della storia più antica Hierapolis, che –ricordiamo- fu fondata da Greci Macedoni in età ellenistica (III –II sec.a.C.). Ora invece sta venendo alla luce un nuovo insediamento, molto più antico, che permetterà di gettare luce sui popoli che abitavano nella valle del Lykos prima dell’arrivo dei Greci. Sono state trovate tombe a cremazione, racchiuse da circoli di pietre, e collegate ad attività rituali che si svolgevano intorno a focolari e pozzetti pieni di carboni e ceneri.

Gli scrittori antichi fanno riferimento ad una città che doveva essere ubicata a Hierapolis al tempo di Creso (il famoso re della Lidia) ma fino ad ora non si erano trovate tracce archeologiche di un periodo cosi antico. Sicuramente il Ploutonion era già conosciuto dai Frigi, ma non sappiamo nulla del luogo in cui vivevano. La scoperta del passato frigio è ora una delle sfide che gli archeologi dovranno cogliere.