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Intervista per l’Ankara Book Fair a Giulia Gubellini

 

 

Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
Nasce con i libri, naturalmente. Ho sempre amato leggere, fin da bambina. Ma non ho sempre scritto. Da piccola volevo fare l’archeologa, lavoro che consideravo molto avventuroso. Ho iniziato a scrivere durante le scuole medie e alla fine del liceo ho capito che non avrei mai smesso. E che da bambina volevo fare l’archeologa perché mi ero innamorata di un libro la cui protagonista faceva proprio quello. Adoravo più il libro in sé, che l’idea di passare ore a spolverare un ossicino o un pezzo di vaso… Ho capito che amavo le storie e la materia con cui sono fatte.
Negli anni che sono seguiti, durante l’università, ho cercato di trasformare questa mia passione per la scrittura in mestiere, di trovare un metodo di lavoro che fosse mio, scrivere diverse ore al giorno, leggere ancora più libri… perché questo è un mestiere che nella pratica si impara così, scrivendo e leggendo molto, e allo stesso tempo cercando di non precludersi alla vita, di fare esperienze che poi riemergano, anche nei modi più inaspettati, nella pagina.
Di certo non pensavo di arrivare alla pubblicazione così presto, a ventiquattro anni.

La tua poi è una storia particolare, perché sei stata scoperta attraverso il self-pubblishing.
Sì, è vero, è anche una storia abbastanza buffa. A inizio 2013 ho pubblicato online L’Orco Meccanico, un racconto di fantascienza che si può scaricare gratuitamente da internet sia in italiano che in inglese (The Mechanical Ogre). Lo scopo era quello di misurarmi con un vasto pubblico dopo anni di gavetta. Il riscontro dei lettori è stato ottimo, tanto che il racconto è arrivato in cima alle classifiche Amazon, per la sua categoria (che è settoriale, intendiamoci).
Poi una mattina mi sveglio e c’è una mail nella casella di posta che attira subito la mia attenzione. È una casa editrice che si dichiara interessata al mio racconto e mi chiede di lasciargli i miei contatti. Era anonima, non firmata. Lì per lì ho pensato fosse qualcuno che mi avrebbe chiesto dei soldi per pubblicare e, se posso dare un consiglio a chi si affaccia al mondo della scrittura oggi è proprio questo: non pubblicate a pagamento. Le case editrici che pubblicano gli autori a pagamento hanno il loro guadagno in voi che pagate per essere pubblicati, non nei libri che vendono, per cui il loro interesse non sarà tanto nel promuovere il vostro libro, ma vendere a voi, scrittori, dei servizi.
Comunque decido di lasciare i miei contatti, intenzionata a dire di no a eventuali casi editrici a pagamento. E invece il giorno dopo mi chiama una delle case editrici più importante e serie del panorama italiano, la Rizzoli, e mi chiede se sono disponibile a un colloquio il lunedì. C’era stata una gran confusione con le mail e il mio form di contatto sul blog…
Come potete immaginare ho liberato l’agenda così, in tre, due, uno…
Gli editori di Rizzoli erano colpiti dal mio stile visivo di scrittura e mi chiesero di formulare una proposta. Io non avevo un manoscritto pronto, così gli ho parlato di un’idea e da lì è nato Under.

Raccontaci un po’ di Under
Siamo in Italia, nel 2025. Alice si risveglia in un bunker fra le Alpi, in una cella dal soffitto basso e le pareti strette, con una voce metallica di un altoparlante che le ordina di dirigersi verso la Gabbia, un ring di vetro dove due sfidanti sono chiamati a lottare fino alla morte. L’ultima cosa che ricorda Alice è di aver partecipato a una protesta contro l’Autorità Provvisoria che governa l’Italia dopo il fallimento economico, il blindato nero in cui è stata trascinata insieme ad Andrea. Nel bunker, per sopravvivere, sarà costretta a crescere in fretta, e a trovare dentro di sé la propria forza, perché anche nella prigione più terribile puoi scoprire chi sei e cambiare le regole.
Ma Under non è solo la storia di Alice, è anche quella dei dodici ragazzi che si trovano nella sua stessa situazione, i detenuti più pericolosi dei Centri Rieducativi o i ribelli più coraggiosi, di cui il lettore scoprirà il passato, il motivo della cattura, le speranze e gli inganni; è la storia di T e F, gli spietati carcerieri del bunker che però fanno gli incubi, hanno i sensi di colpa… è la storia di Sara, la sorella di Alice, e di Simone, che insieme ci guidano da fuori il bunker nel contesto italiano.
Ci sono tantissimi colpi di scena, strategie celate, suspense… e anche un pizzico di paranormale!

A cosa ti sei ispirata nello scrivere Under?
Under nasce da una serie di idee raccolte negli anni. Volevo soprattutto raccontare la storia dei ragazzi rinchiusi nel bunker, farli conoscere al lettore. Alcuni hanno background inventati ma molti sono ispirati dalla cronaca nera italiana e internazionale. Ho una cartella sul pc in cui raccolto tutte le vicende di cronaca peggiori, perché sono quelle che spesso ci fanno porre più domande… ad esempio: come si arriva ad uccidere un’altra persona per noia? Cosa scatta nella mente per arrivare a tanto? Uno dei personaggi di Under ha ucciso per noia. Oppure il bullismo giovanile, le gang… quali sono le dinamiche che entrano in gioco? Per cui una fonte d’ispirazione è la cronaca.
Poi di sicuro si sente che sono una grande fan di Stephen King. Under è un libro crudo, in cui la violenza, fisica e psicologica, è raccontata. E poi i classici del genere distopico, da 1984 di Orwell a Battle Royale di Koushun Takami. Un libro che adoro: Il signore delle mosche di Golding, e poi nell’animo avevo romanzi come Pechino è in coma di Ma Jian, o Il signore degli orfani con cui Adam Johnson ha vinto il Pulitzer,… ma tutto ciò che leggiamo e sentiamo e viviamo rimane con noi. Un mio amico, dopo aver letto Under, mi ha fatto notare che un personaggio veniva chiamato con un nomignolo cattivo e molto particolare, e mi ha chiesto se mi ero ispirata a quella storiella di lavoro che una volta mi aveva raccontato lui… non avevo idea di cosa stesse parlando. E allora lui mi ha spiegato che tempo prima mi aveva raccontato che alcuni chiamavano così un suo collega… e mentre me lo diceva me ne sono ricordata: era vero, me lo aveva raccontato. Ma negli anni lo avevo anche dimenticato ed è riemerso da solo, mentre scrivevo… Mai fare confidenze a uno scrittore.

Quale personaggio del libro hai amato di più? E quale, se c’è, ti ha fatto soffrire?
Alice, la protagonista, è stato un personaggio molto difficile da scrivere, per una sua complessità interiore che la rende allo stesso tempo fragile e forte, e contraddittoria. Alice è coraggiosa, fin dalle prime pagine, perché cerca di difendere le persone che ama. Allo stesso tempo però è cresciuta e vissuta nell’Italia governata dall’Autorità Provvisoria. Quella è la sua normalità. Per lei è normale che a scuola, se violi anche di pochissimo le regole, ti frustino sulle mani. E all’inizio del libro è in una fase in cui, in questo contesto terribile, ancora cerca di avere una vita normale – come andare al ballo della scuola, che è poi l’unica occasione che ha di ballare con il ragazzo che le piace.
Quando finisce nel bunker e sprofonda nel suo personale incubo – il nome è una chiara citazione alla famosa Alice di Lewis Carroll, che molti scambiano per un libro per bambini quando in verità Alice si ritrova a scappare in lacrime dalla Regina che vuole tagliarle la testa, perché è piombata in incubo – dovrà cambiare. Dovrà crescere. E inizieranno a succedere cose molto strane…
Un altro personaggio che ho adorato è stata Sara, la sorella di Alice, che fin da subito si attiva per cercarla attraverso la rete dei Rivoltosi, ed è una ragazza tosta, motocicletta e tutto. Una che non si fa mettere i piedi in testa e che sa cos’è giusto. Scrivere di lei e Simone è stato bello anche perché mi permetteva di uscire dalle atmosfere soffocanti del bunker e del gioco di morte che si svolge al suo interno per scrivere del mondo esterno, di come è cambiato con l’Autorità Provvisoria.
Personaggi che mi hanno fatto soffrire, no, mi è dispiaciuto più che altro per le loro sorti, perché come vedrete leggendo Under, sono stata un po’ cattivella con loro…

Il 2025 non è poi così lontano, come mai hai deciso di ambientare il romanzo in questa data?
Non è lontano perché Under nasce nel contesto reale della crisi economica. Mentre con L’Orco Meccanico e il suo seguito, Frammenti di una vita virtuale, ero partita dal contesto italiano ed europeo per proiettarlo in un futuro cyberpunk di tecnologia strabiliante, integrata addirittura nel corpo… per Under volevo un’ambientazione più normale, in cui la tecnologia è poco più evoluta di quella di oggi, ma utilizzata sempre più per il controllo delle persone. In generale mi è sempre piaciuto trasformare i posti che conosco in qualcosa di diverso. Ad esempio, i tipici scuolabus gialli che portano gli studenti a scuola, come cambiano in Under? Ci saranno dei soldati all’ingresso, gli studenti avranno dei badge per l’identificazione all’entrata e all’uscita, lo stesso autobus sembrerà un animale stanco che si affloscia sulle ruote tutte le volte che si ferma, perché nessuno gli fa manutenzione… perché nessuno si prende più cura di nessuno, dalle persone agli oggetti.

In Italia, dal tuo romanzo è stata tratta una web serie e un film in DVD. Come è stato vedere i personaggi prendere vita sulla pellicola?
La web serie è liberamente ispirata al romanzo, quasi una storia parallela. Non sono stata coinvolta nella sceneggiatura, è stata una sorpresa. Ha un cast italiano eccezionale, da Gianmarco Tognazzi, a Colangeli, a Valentina Bellè… ma non era possibile inserire nella serie la complessità del romanzo, o creare la spirale crescente di tensione e sospetti. Trasmette bene le atmosfere del bunker. Che poi, la magia del cinema: il set in realtà era un garage, fantastico, su due piani, con un pavimento di grata in mezzo, che ha permesso di girare queste scene di combattimento corpo a corpo anche dal basso… È una delle parti che mi è piaciuta di più, ed è girata in un garage.
Per quanto riguarda i personaggi è stato molto strano, per me. Perché avevo in mente un’idea ben precisa e non era possibile rispettarla. Mi ci è voluto del tempo ad abituarmi…
Ad ogni modo si è trattato di un progetto originale, questo esperimento con libro e serie, questa transmedialità. Un tentativo di fare qualcosa di nuovo sul panorama italiano.

Sei rimasta stupita che il libro sia stato tradotto in Turchia?
Sì, in realtà Under è il mio primo romanzo e il fatto che sia stato addirittura tradotto all’estero è stata una bellissima sorpresa, non mi aspetto una così calda accoglienza. Poter essere qui, oggi, a parlare con voi, di Under e in generale di libri, è un’esperienza che mi rimarrà dentro per sempre.
Per cui grazie a voi che siete qua oggi a parlare con me, e alla casa editrice Efil Yayinevi e all’Ambasciata d’Italia ad Ankara che hanno reso questo incontro possibile.

È la prima volta che vieni in Turchia ? Cosa ti piace del Paese?
Sì, è la prima volta che vengo in Turchia e non avrò tanto tempo per visitare Ankara, perché sono atterrata venerdì e riparto lunedì, e oggi sono qua in questa bella fiera… però l’accoglienza che mi avete dimostrato scalda il cuore. E il cibo! Ieri siamo stati a mangiare fuori e… buonissimo!
Spero però un domani di poter tornare ad esplorare la vostra cultura.

Quale libro (italiano) vorresti consigliare al pubblico turco ?
Oh, ce ne sono tanti! So che qui il mio amico Leonardo Patrignani va già alla grande… te ne potrei consigliare uno per genere, ma andiamo avanti fino a notte… Ci sono ottimi e famosissimi giallisti: Lucarelli, Camilleri,… oppure autori per ragazzi come Morosinotto, Cicolani… Io adoro la fantascienza: Dario Tonani, Emanuela Valentini, Francesco Verso… sul serio, troppi!

Cosa ti senti di consigliare ai giovani della tua età?
Di esercitare sempre un pensiero critico sul mondo. E che per arrivare a realizzare i propri sogni gli elementi fondamentali sono sempre due: il primo è lavorare senza tregua e senza farsi fermare dai fallimenti, perché nessuno fa centro al primo colpo; il secondo è un pizzico di fortuna. Ma chi dice che è solo fortuna, dice una bugia. Perché lavorare duramente è un moltiplicatore di fortuna.
Un esempio: io ho avuto il mio pizzico di fortuna quando un editore, gironzolando per il web, è capitato sul mio racconto, certo, ma ci è capitato perché quel racconto era in cima alle classifiche e questo perché era scritto bene e per scriverlo bene avevo lavorato senza tregua. Per cui lavorate sodo e ce la farete. Ahimè però serve anche un pizzico di fortuna, per cui cercate di essere felici.

Link:
Il mio sito in italiano: http://giuliagubellini.it/
Il mio sito in inglese: http://giuliagubellini.com/
L’Orco Meccanico: http://giuliagubellini.it/orco-meccanico-ebook-cyberpunk/
The Mechanical Ogre: http://giuliagubellini.com/the-mechanical-ogre/
Frammenti: http://giuliagubellini.it/frammenti-vita-virtuale-ebook-cyberpunk/
Facebook: https://www.facebook.com/GubelliniGiulia/
Instagram: https://www.instagram.com/giuliagubel/
Under (ed. italiana): http://www.rizzoli.eu/libri/under/
Under (ed. turca): http://www.kitapsaati.com.tr/?product=under-olum-oyunu